L’augurio e l’appello

Cefablu pensaci tu

Maria Giuliana, oggi docente alle Università di Halle e Lipsia, spiega perché, a suo parere, di un nuovo giornale si senta così tanto il bisogno

Cefalù Yuqi Yang cattedrale
Cefalù, la cattedrale (foto Yuqi Yang)

Maria Giuliana vive a Cefalù da 33 anni. Attualmente è docente incaricata dal Ministero degli Esteri e Ambasciata di Berlino presso le Università di Halle e Lipsia. Ci ha mandato un intervento e un augurio.

Le mie antenne ricettive si sono immediatamente attivate alla notizia del lancio di un nuovo strumento di informazione a Cefalù, focalizzando evidentemente un bisogno in più occasioni emerso e riscontrato, in special modo negli ultimi mesi. Spontanea e convinta la mia disponibilità a collaborare, una voce tra le voci, più voci, una moltitudine di voci, ciò che mi auguro.

Nel disporre il mio obiettivo grandangolare in particolar modo sulla vita culturale, sulle politiche culturali, di Cefalù e dintorni, ecco subito la domanda: perché di un nuovo giornale se ne sente così tanto il bisogno?

Due i maggiori motivi, a mio parere, i più urgenti.

Il panorama politico nazionale sta mirando, in modo diretto ed inequivocabile, a restringere lo spazio dei diritti e dell’informazione, a esercitare un controllo nei luoghi decisionali delle strutture e infrastrutture e delle politiche culturali (ma non solo), dei canali di informazione e di espressione del pluralismo democratico. Prova ne siano, tra l’altro, anche i quesiti che l’Unione Europea ha posto al nostro governo su temi cruciali quali giustizia, conflitto d’interessi, equilibrio dei poteri e libertà dei media.

Su un piano prettamente più locale, a noi più prossimo, osservo, già da tempo, come l’assenza della politica abbia azzerato ogni possibilità di confronto o dibattito pubblico, riducendo in modo significativo la partecipazione cittadina attiva nell’ indirizzare chi ci amministra verso le scelte e le decisioni da prendere, nella gestione della cosa pubblica, delle politiche culturali, per la crescita culturale stessa della comunità, per non rischiare, ad esempio, di finire confinati in un’abbondante e talvolta anche eccessiva offerta di solo intrattenimento culturale.

Trovo che la tendenza recente, constatata a Cefalù, ma presente in molteplici altre realtà, di chiudere le segreterie dei partiti, dell’assenza di pubblici incontri di discussione e confronto, di accentrare nella sola gestione amministrativa ogni iniziativa, non faccia bene al progredire democratico di una comunità; né serve immaginare che il binomio cultura e informazione possa essere disgiunto.

Faccio un’enorme fatica a convincere le persone che incontro, sia nella mia vita accademica, che tra amici e conoscenti, che leggere i giornali sia cosa davvero importante. E che “scrollare” su e giù titoli nei social network non significa informarsi, ma soprattutto non serve e non basta per potersi formare un’opinione o potere sviluppare una capacità critica nella lettura di ciò che accade, che ci accade, per avere argomenti utili per potere dire: io sono in disaccordo.

Tuttavia, non è solamente il valore democratico della cultura e dell’informazione a sensibilizzare le forze politiche: la cultura e la sua trasmissione svolgono un ruolo fondamentale trasversale a molti altri temi in grado di infiammare il dibattito politico.

Leggere dunque, per approfondire, per coltivare il senso critico e del dissenso, per “ragionare” come diceva Sciascia, per scampare il pericolo che incombe su di noi di una società del pensiero unico, monotona e depressiva. Il termine informazione deriva dal latino e significa “dare forma alla mente” e rappresenta il processo di elaborazione del significato di un dato o di un insieme.

In tutto il mondo il giornalismo sta attraversando un’era di incertezza e di grande trasformazione, e questo sta accadendo proprio in un momento in cui l’informazione è questione terribilmente centrale nella vita delle persone.

Quindi ecco a cosa deve servire questo giornale.

E a chi giova se non a tutti noi?

Che possa essere pungolo, stimolo. Giornalismo di qualità. Pilastro della società democratica, che ci sostenga nelle difficili sfide che il presente e il futuro ci prospettano.

Quindi, Cefablu, pensaci tu.

Il mio augurio di lunga vita a tutta la redazione.

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