Da cefalù al mondo

Luigi Aricò, l’artista che unisce creazione e ambiente

“Creo sculture con materiale di scarto usato per lavorare la terra. Le zappette si consumano e vengono buttate. Io le prendo, le recupero e le uso”

Luigi Aricò
Luigi Aricò e la sua Terra

Cefalù. Sapete cosa sono le zappette? Sono accessori fondamentali per la motozappa, strumento indispensabile agli agricoltori che si muove grazie a questi piccoli utensili. Molto usurabili visto che spaccano il terreno.

Perché parliamo di zappette? Perché sono il materiale numero uno con il quale un artista cefaludese ha conquistato l’Italia e buona parte del mondo. Facendo di questo arnese di scarto il protagonista di bellezza e impegno sociale. Insieme.

Lui è Luigi Aricò, scultore, ma anche pittore, nato (67 anni fa) e residente nella cittadina marittima della Sicilia occidentale.

“Creo sculture con materiale di scarto usato per lavorare la terra. Le zappette si consumano e vengono buttate. Io le prendo, le recupero e le uso. Le trasformo in opere d’arte” ci spiega.

 

Luigi Aricò

 

Tali sono infatti molte sue realizzazioni riconosciute e apprezzate a Roma, Napoli, Venezia, Milano, Cannes, Montecarlo, Parigi, Dubrovnik, San Pietroburgo, Parga, Miami, Tokyo, New York. Basti dire che il suo nome da un decennio è costantemente selezionato nel Catalogo d’arte moderna (CAM) della Mondadori che ingloba tutti gli artisti storicizzati dal ‘900 a oggi.

In pratica, prosegue “traduco in utilità estetica tutto ciò che il quotidiano ha già espulso dalla propria fruizione per sopravvenuta inutilità, imputabile al naturale processo di evoluzione tecnologica”.

Ma perché ha scelto questi oggetti?

Ho la passione per la meccanica e perciò so come usarli, peraltro mi ‘identifico’ in quel tipo di acciaio che compone le zappette.

E come le lavora? Come le trasforma?

Non le modello, ma creo un qualcosa partendo dalla loro forma di partenza

Com’è nata questa passione che l’ha portata a Perugia, accanto ad artisti del calibro di Burri, e nei Musei vaticani?

Seguivo mio nonno fin da piccolo. Lui non era un artista, ma faceva cose spettacolari. Prendevo gli oggetti di lavoro di mio papà e li modificavo per questioni estetiche per creare anch’io qualcosa di speciale.

 

Luigi Arico

 

Da cosa partiva?

Mi piace disegnare. Disegnavo e volevo che i miei disegni prendessero vita. Cercavo il materiale giusto per realizzarli. E ho trovato materiale di recupero. Da lì è partito tutto.

Quindi non solo zappette…

No. Vecchie macchine agricole da smontare, vecchi legni, metalli, pietre e altro che si presti a originali incastri di materiali eterogenei. Nascono così sculture realizzate solo con il legno o con il metallo, o ancora organismi misti in pietra e metallo oppure in legno e metallo.

A cosa sta lavorando adesso?

A una grande rotonda a Campodarsego, in Veneto. Con del materiale di cui una ditta locale (Maschio) mi ha rifornito per realizzare il rondò da donare al Comune: tre metri altezza, quasi 7 circonferenza. Tutta di zappette.

E cos’è invece il metamorfismo?

Lascio il materiale naturale. Si trasforma da solo con gli eventi atmosferici. A New York c’è una mia opera, una pellicola in ferro. Per renderla rossiccia l’ho lasciata un mese con acqua e sale.

 

Luigi Aricò

 

Insomma l’arte prestata all’ambiente…

Beh, cerco di coinvolgere i giovani, lavorando nelle scuole. E qui a Cefalù, dove sono vicepresidente di ‘Cefalù città degli artisti’,
ho realizzato il pesce mangiaplastica che viene messo sui lidi per contenere i rifiuti.

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