La riflessione

Cambiamo lo sguardo sul turismo delle Madonie

Dalla Consulta giovanile di Castelbuono una proposta chiara: il territorio madonita deve ragionare unito, non per singoli paesi

Madonie Nunzio Mogavero

Madonie, perla della Sicilia occidentale: un territorio dove la quiete regna sovrana, caratterizzato da boschi di conifere, faggi e frassini attraverso i quali si muovono indisturbati greggi, mandrie e animali selvatici dalla bellezza inaudita. Un territorio detentore, a oggi, di un patrimonio ambientale e culturale unico, che a causa di una inefficiente gestione delle proprie risorse è poco conosciuto al turismo locale, e ancor di più al turismo internazionale.

Tra le spiagge, le pianure e le altissime vette si diramano piccoli borghi, custodi di tradizioni, culture e patrimoni etnoantropologici distintivi e fortemente identitari; che superando il trascorrere inesorabile del tempo, ponendosi in un piano a-temporale, iperuranico, trasmettono ai loro visitatori sensazioni uniche, attraverso le quali si viene proiettati ora nell’antico principato dei Ventimiglia, ora nelle grotte degli antichi pastori siculi, custodi e protettori di questi boschi.

Consapevoli di questo immenso patrimonio materiale e immateriale, è del tutto lecito interrogarsi sul perché manchi una linea di indirizzo comune in ambito turistico tra i paesi madoniti; una misura che potrebbe portare ad una gestione omogenea delle risorse e avviare una macchina turistica e di conseguenza economica molto efficiente, riversando in questi ameni luoghi migliaia di turisti consapevoli e interessati, provenienti da tutto il mondo; che arricchirebbero culturalmente, socialmente, ma principalmente economicamente i paesi stessi.

Difatti in un mondo globalizzato, in una società che è sempre più liquida e che tende all’omogenizzazione degli interessi non si può pensare di chiudersi in una visione campanilistica riferita al proprio paese, ma, anzi, è una condizione sine qua non, pubblicizzarsi a vicenda, creare itinerari culturali comuni, sostenersi nella gestione dei flussi turistici e collaborare per ottenere finanziamenti e riconoscimenti dalle istituzioni regionali e nazionali per la promozione di questi luoghi.

Il turismo al nostro tempo non può più essere considerato come una monotona visita alle attrazioni di un singolo luogo, ma deve essere concepito come un’attività dinamica, sensoriale, che induca i visitatori a immedesimarsi nelle tradizioni, usi e costumi di un borgo o di una determinata comunità; solamente dando un volto umano, creando dei percorsi interattivi, le nostre montagne, e tutti i paesi che dentro di esse sono nascosti e protetti potranno diventare l’avanguardia del turismo nel palermitano, riuscendo a richiamare nelle loro piazze turisti da tutta Europa.

È proprio da questa riflessione che nasce l’esigenza della creazione di un tavolo di lavoro congiunto, che riunisca amministratori, associazioni culturali, artigiani e principalmente esperti dei nostri territori, per poter pianificare percorsi, sentieri e strade culturali che partano da Cefalù, attraversino le basse Madonie e raggiungano le alte Madonie, non lasciando nessun comune indietro, anzi incentivando ancor di più il potenziale di ogni frazione meno conosciuta, che però ha tanto da raccontare.

Attraverso uno sguardo lungimirante, volto alla collaborazione e alla sussidiarietà tra le amministrazioni, il nostro splendido territorio potrà rivivere e diventare un esempio virtuoso della nostra isola e non solo.

* Studente, vicepresidente della Consulta giovanile di Castelbuono

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