Cefalù

Cinta muraria della Rocca: una foto apre il dibattito sul rischio cedimenti

L’amministrazione è consapevole della necessità di un intervento fatto sotto l’alta sorveglianza della sovrintendenza: “Ma servono i fondi”

Cinta muraria rocca Cefalù (foto Cinzia Marsala)
(Foto Cinzia Marsala)

Cefalù. La fotografia che ritrae uno scorcio della Caldura ripresa dalla Rocca, pubblicata da Cinzia Marsala lo scorso 25 marzo nei suoi canali social, ha messo in evidenza, oltre la vista eccezionale, anche un problema di non poco rilievo: il cedimento che interessa la storica cinta muraria del lato Nord Est della Rocca di Cefalù.

Il normale corso della natura

La cinta muraria, come la parete rocciosa della Rocca, nel corso dei secoli, è stata preda delle intemperie che si sono abbattute sul territorio, ma anche di smottamenti del terreno a causa delle radici degli alberi. Di conseguenza è diventata soggetta a dissesti, erosioni e crolli.

Ad esempio, nell’ottobre del 2021 è avvenuta la frana di una parte della parete rocciosa del lato orientale, sottostante alla cinta muraria, tale evento portò l’allora sindaco Rosario Lapunzina, ad emettere un’ordinanza per la chiusura al traffico di via Domenico Portera.

Anche Saro Di Paola ha segnalato il problema sul blog telematico “Quale Cefalù”, sia nel 2021 che nel 2022, per sollecitare l’intervento delle autorità competenti.

Cinta muraria Rocca Cefalù


Dichiarazioni delle parti coinvolte

L’architetto e assessore all’edilizia e urbanistica Tania Culotta, tiene a precisare: “Si tratta di un intervento che merita un progetto di carattere strutturale, scientifico e archeologico realizzato da professionisti competenti, in quanto non si tratta di manutenzione ordinaria per la quale la pubblica amministrazione può intervenire indipendentemente e con i propri fondi”.

E prosegue: “Nonostante ci siano dei punti più critici, come dimostrano le foto che sono circolate, l’intervento non può essere
puntuale, ma dovrebbe riguardare tutta la cortina muraria”.

Circa i fondi disponibili, l’assessore puntualizza: “L’opinione pubblica erroneamente potrebbe pensare che ci siano i fondi stanziati dal Pnrr, ma questi vengono pesati in base alle misure di intervento, tali misure seguono ai bandi indetti. Attualmente non ci sono avvisi sul restauro archeologico, se dovesse uscire un bando specifico, allora il comune di Cefalù potrà pensare di intervenire e richiedere il finanziamento.”

L’assessore ai beni culturali, Antonio Franco ricorda il progetto di restauro e riqualificazione della Rocca, al quale ha partecipato come storico, alla fine degli anni ’80, in cui ha collaborato con il professore Amedeo Tullio e gli architetti Salvatore Culotta e Salvatore Giardina: anche allora ci vollero anni affinché i fondi arrivassero. “Usciamo da anni di dissesto monetario, abbiamo sistemato le finanze comunali e dobbiamo essere oculati nella gestione dei fondi. Siamo un piccolo comune e non abbiamo risorse tali da gestire da soli un progetto simile, ma siamo disposti a collaborare con la soprintendenza” – afferma Franco – Non siamo indifferenti al problema, allo stato attuale non c’è una situazione di pericolo incombente, amiamo questo luogo, ma da soli non possiamo farcela; i soldi dei biglietti per l’accesso alla Rocca servono a coprire la manutenzione ordinaria, ovvero la potatura, la pulizia e la sorveglianza.” L’assessore infine propone di richiamare l’attenzione sulla situazione della Rocca organizzando un convegno, per informare la cittadinanza.

 

Cinta muraria Rocca Cefalù

 

La sede dell’Archeoclub di Cefalù, dopo aver ripreso lo scatto pubblicato da Cinzia Marsala, non ha altre dichiarazioni da fare a riguardo, in quanto si relaziona direttamente con le istituzioni preposte alla tutela dei beni culturali.

Conclusioni

È giusto tenere presente e sollecitare le autorità competenti affinché qualcosa cambi, ma è al contempo corretto pensare che tutte le soluzioni richiedono tempo e investimenti importanti. Ciò che si chiede alle amministrazioni pubbliche, quale la sovrintendenza, di fronte al normale corso della natura, è preservare i tratti rimasti della cinta muraria, di enorme importanza storica e culturale, e soprattutto mettere la zona in sicurezza, per evitare che si verifichino crolli che potrebbero mettere a rischio la salute delle persone. Non si deve aspettare che ci siano delle vittime prima di intervenire concretamente.

Cenni sull’origine della cinta muraria

La Rocca, da sempre, ha rappresentato per la città di Cefalù un’importante presenza e ne ha
condizionato lo sviluppo, ha simboleggiato un limite fisico all’espansione, ma fu anche la sede deputata al controllo e alla difesa del territorio.

Per la sua posizione di accesso sul mare, Cefalù è stata spesso soggetta, nel periodo medievale, ad attacchi provenienti dalle barche di pirati e
saccheggiatori. Sin dal V secolo a.C. Cefalù venne protetta da una fortezza di mura megalitiche che chiudevano la Rocca da una punta all’altra del golfo. La cinta muraria copriva tutta la costa, a partire dalla torre dell’odierna piazza Garibaldi, per poi estendersi sull’intero promontorio e saldarsi sulle fenditure naturali.

 

Cinta muraria Rocca Cefalù

Gli Arabi, che arrivarono a Cefalù nell’XI secolo, restarono colpiti dallo stratagemma difensivo adottato nella cittadina, tanto da definirla una “fortezza fabbricata sopra gli scogli contigui alla riva del mare”.

Così Cefalù divenne un fortino impenetrabile, e fu difficile, per le dominazioni successive, insediarcisi.

 

Si ringrazia Cinzia Marsala per aver fornito la copia della fotografia e Totò Marsala per aver messo a disposizione le fonti bibliografiche:
“La Rocca di Cefalù” , a cura di Amedeo Tullio, 1993
“Memoria di Cefalù”, di Amedeo Tullio, 1994

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