I motivi

Giallo sulla morte di Onorato: resta in piedi l’ipotesi di omicidio

“Esistono una serie di considerazioni oggettive e soggettive che inducono i familiari ad escludere che si sia trattato di un suicidio. Siamo convinti che la Procura di Palermo arriverà alle stesse conclusioni”. Lo dichiara l’avvocato Vincenzo Lo Re

angelo onorato francesca donato

“Esistono una serie di considerazioni oggettive e soggettive che inducono i familiari ad escludere che si sia trattato di un suicidio. Siamo convinti che la Procura di Palermo arriverà alle stesse conclusioni”. Lo dichiara l’avvocato Vincenzo Lo Re del Foro di Palermo, incaricato dall’eurodeputata Francesca Donato di seguire le indagini sulla morte dell’imprenditore Angelo Onorato.

Così, mentre gli inquirenti, dopo aver analizzato per ua notte intera le immagini delle telecamere nella zona in cui si trovava l’auto con all’interno il corpo senza vita del 54enne, sembrano propendere più per la tesi del suicidio, il legale della moglie, contraddice questa ipotesi.

Restano così in piedi entrambe le opzioni: suicidio od omicidio.

La pista del suicidio sarebbe avallata dal fatto che nessuna telecamera ha inquadrato la Range Rover dove è stato trovato morto Onorato. Il suv verde è parcheggiato in un punto cieco. Gli investigatori della sezione omicidi della squadra mobile di Palermo guidata da Marco Basile hanno analizzato i filmati di due telecamere che inquadrano tratti della bretella di viale Regione Siciliana a Sud e a Nord del luogo di ritrovamento nell’arco di tempo dalle 11 fino all’ora in cui moglie e figlia trovano il corpo. Seguendo il senso di marcia il primo occhio elettronico inquadra un pezzo di strada fino a qualche decina di metri prima. La visuale della seconda videocamera si interrompe circa 50 metri dopo il punto del parcheggio. Ci sono dunque circa cento metri di strada non coperti da telecamere in cui però non ci sono vie d’uscita: da un lato il muro di sostegno dell’autostrada alto più di due metri, dall’altro le recinzioni delle abitazioni. Gli inquirenti sono certi che un eventuale omicida deve essere per forza transitato sotto le due videocamere.

Eppure, e qui subentra la possibilità di un assassinio, il killer o i killer potrebbero essere stati scaricati da un’auto nel punto cieco e aver atteso che Onorato arrivasse, per poi essere ripresi al volo da un veicolo diverso dopo averlo ucciso. Un piano studiato nei minimi particolari, da professionisti. Nel fuoristrada non ci sono impronte diverse da quelle dei familiari, non ci sono segni di violenza sul corpo e di lotta nell’abitacolo. Indizi che allontanano l’ipotesi dell’omicidio, ma allo stesso tempo non sono determinanti: chi uccide e ha organizzato un piano così perfetto utilizza i guanti e sa come non lasciare traccia. Rimane poi da spiegare come una delle portiere fosse socchiusa. Improbabile che la vittima, trovata con ancora la cintura di sicurezza allacciata sia scesa, l’abbia aperta, richiusa male, sia risalita in auto, si sia rimessa la cintura e solo dopo si sia suicidata.

Infine la lettera lasciata all’avvocato tributarista Francesco Macchiarella da consegnare alla moglie se gli fosse accaduto qualcosa. È plausibile che onorato si sentisse in pericolo. Uno stato d’animo confermato anche dall’ultima persona che lo ha visto in vita, un parente che l’architetto è andato a prendere all’aeroporto e accompagnato ad un battesimo. Prima di lasciarlo gli avrebbe detto che stava andando da una persona per risolvere una questione “speriamo in modo bonario”.

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