Cefalù. Il gip Rosario di Gioia ha revocato il divieto di dimora a Cefalù per Gianfranco Micciché. Il politico, indagato per peculato, che risiede e possiede una villa nella cittadina normanna, aveva subito la misura cauitelare due settimane orsono perché avrebbe utilizzato l’auto blu messa a disposizione dall’Assemblea regionale non per compiti istituzionali, ma per questioni private, ad esempio, ricostruiice l’indagine, per trasportare il gatto della famiglia e anche la cocaina che gli sarebbe stata ceduta dallo chef di Villa Zito.
Revocata la misura cautelare del divieto di dimora a Cefalù inflitta il 20 maggio scorso all’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, indagato per peculato, assieme al suo autista, Maurizio Messina, La decisione del Gip è legata al fatto che l’ex presidente dell’assemblea regionale ha deciso di rinunciare al mezzo e l’Ars ne ha accolto la richiesta. Viene meno, quindi, il pericolo di reiterazione del reato.
Tra l’11 gennaio e il 10 novembre dell’anno scorso, l’utlizzo irregolare dell’auto blu avrebbe provocato indebitamente una spesa in più per l’Ars di oltre 20 mila euro.
Va detto che Miccichè, difeso dall’avvocato Grazia Volo, ha risposto all’interrogatorio del Gip senza negare alcune contestazioni, ma dichiarando di non aver commesso abusi. Per esempio: “Il gatto stava malissimo, ha 13 anni. Sì è vero, è stato accompagnato in auto blu dal veterinario. Mia figlia mi diceva di portarlo subito a controllo, e onestamente dico che lo rifarei. Se ho commesso forzature nell’uso della vettura me ne assumo le responsabilità, ma ho fatto tutto in buona fede. Non c’è mai stata da parte mia la consapevolezza di commettere abusi”.
