Rapporto istat

Sanità, la città metropolitana di Palermo da bollino rosso per le “morti evitabili”

Ventitrè decessi ogni diecimila abitanti per casi di malasanità

posti letto ospedale (su licenza)

Posti letto ce ne sono, ma i siciliani, in particolare i residenti nella città metropolitana di Palermo, scelgono di farsi curare altrove. E forse qualche motivo ce l’hanno se è vero, come certifica l’Istat, che Palermo (insieme a Messina) è la peggiore realtà, dopo Napoli, per “morti evitabili”: sono 23 i decessi ogni diecimila abitanti per casi di malasanità.  Il rapporto Istat, pubblicato recentemente, delinea le condizioni di salute e l’offerta sanitaria presente nelle città metropolitane del Paese.

Il report analizza veri elementi: come il numero di posti letto negli ospedali e il ricorso all’ospedalizzazione, con particolare riferimento ad alcune gravi patologie. E mette a fuoco lo stato di salute della popolazione attraverso lo studio della mortalità evitabile nelle sue componenti, prevenibile e trattabile, e la mortalità per alcune cause.

Il risultato dello studio è mortificante per l’intera isola e per la città metropolitana di Palermo, ancor più se si pensa che sono in programma ulteriori tagli nei posti letto, per risparmiare.

Parlando di decessi evitabili nelle città metropolitane, spiega il Quotidiano di Sicilia (ovvero i decessi che avvengono nella fascia di età 0-74 che potrebbero essere evitati o ridotti in quanto riconducibili a cause di morte contrastabili con un’adeguata e accessibile assistenza sanitaria, con la diffusione di stili di vita più salutari e con la riduzione dei fattori di rischio ambientali), in base alle statistiche del 2021 risultano essere circa 20 ogni diecimila abitanti (19,2 a livello Italia) con un incremento del 16,6% rispetto alla media del periodo 2017-2019.

Le città metropolitane del Mezzogiorno segnano i valori più critici della mortalità evitabile, che raggiunge il suo massimo nella città metropolitana di Napoli (27,1 per 10mila nel 2021), seguita da Messina e Palermo (circa 23 ogni 10mila).

Palermo (insieme a Catania), fa registrare il poco lusinghiero dato che riguarda una “costante propensione all’emigrazione ospedaliera maschile fuori dalla propria regione di residenza”

Eppure “in Sicilia complessivamente le tre Città metropolitane di Palermo, Messina e Catania offrono il 68% dei posti letto regionali”, un dato che conferma come i posti ci siano, per chi intende curarsi. A mancare, dunque, è proprio la fiducia nei confronti del sistema sanitario regionale. Uno dei motivi della mancanza di fiducia risiede con ogni probabilità nelle attese infinite a cui è costretto chi resta a farsi curare nell’Isola.

In Sicilia, poi, si muore non solo di morti evitabili: si muore troppo a prescindere. Ancora una volta da bollino rosso la situazione Palermo (1,6 decessi ogni diecimila residenti). Bologna presenta in tal senso i valori invece più bassi: 0,8 decessi ogni diecimila). Statistiche che più in generale evidenziano ancora una volta quella che è l’ampia distanza che separa le strutture sanitarie del Nord Italia da quelle invece delle Isole.