La contestazione

Sindaci sul piede di guerra: da un anno nessun Consiglio all’ente parco Madonie

Con una lettera all’Unione dei Comuni, alla Regione e all’Unesco alcuni dei comuni del Parco contestano i metodi con cui si stanno prendendo decisioni

Geopark parco madonie

Non fila tutto liscio, anzi, all’ente parco delle Madonie che ha appena annunciato di aver mosso i primi passi programmatici per mettere a punto la mappa dei geositi sui 22 Comuni, mappa che è obiettivo prioritario per il mantenimento del marchio Unesco del Geopark.

E sono proprio alcuni dei comuni del Parco a contestare i metodi con cui si stanno prendendo queste decisioni. Contestano e si rifiutano di partecipare a riunioni come quella di mercoledì 19 giugno che, dichiarano “è un incontro informale che scavalca gli organismi del territorio”. Il motivo è la mancata convocazione del consiglio dell’ente parco da parte del commissario Salvatore Caltagirone, in carica dal gennaio 2023 su decisione del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.

“Il consiglio è l’unico organismo davvero di rappresentanza del territorio”, commentano i sindaci. Ma non è mai stato convocato nonostante la richiesta formale da parte di 11 dei 15 sindaci del Geopark (Polizzi Generosa, Caltavuturo, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Cefalù, Castellana Sicula, Castelbuono, Gratteri, Sclafani Bagni, Geraci Siculo e Scillato) motivando il diniego, spiegano “sulla base di cavilli regolamentari che di fatto hanno impedito una discussione nel merito delle scelte intraprese dal commissario”.

   La Lettera dei sindaci

Risposta che non ha convinto per niente alcuni sindaci i quali non solo hanno annunciato che non avrebbero partecipato all’incontro di mercoledì convocato insieme al Gal, ma hanno inviato una lettera alla Regione Sicilia e anche all’Unesco per illustrare la situazione. La lettera, protocollata giovedì, è firmata dai primi cittadini di Polizzi (in questo caso dall’assessore delegato Gaetano Bellavia), Castellana Sicula (Franco Calderaro) e Petralia Soprana (Pietro Macaluso).

E pone alcune questioni dirette: “La domanda pura e semplice che vi si pone e di cui si sollecita chiara risposta è questa: ritenete voi che sia consono e rispettoso dei ruoli istituzionali che i Sindaci rappresentano direttamente come rappresentanti delle rispettive comunità poter accettare supinamente e senza nessuna osservazione la scelta operata di non convocare il Consiglio dell’Ente Parco delle Madonie, allargato anche ai Sindaci degli altri Comuni del Geopark e al Presidente del Gal, per affrontare la discussione di merito conseguente alla visita ispettiva dei commissari Unesco e al cartellino giallo* emesso per il mantenimento dei requisiti finalizzati alla validazione?”.

Oppure: “Mentre si nega questo diritto e si manca di rispetto istituzionale, è accettabile che, al contempo, si convochino riunioni informali deliberanti come l’ultima, in ordine di tempo, avvenuta il 19 giugno? Come a dire: si nega il Consiglio perché a questo si nega ogni potere, ma si svolge una riunione informale a questa conferendo tutti i poteri decisionali!”

“Le reiterate richieste di convocazione del Consiglio del Parco, avanzate al Commissario e rimaste tutte inevase – prosegue la missiva inoltrata formalmente all’Unione dei Comuni e ai sindaci tutti del territorio – costituiscono non una scortesia istituzionale, ma una grave violazione del diritto dei sindaci di autoconvocare l’Organismo di cui si fa parte per legge”.

   Consiglio esautorato: è legittimo?

I firmatari della lettera parlano di “ idea malsana” facendo riferimento alla negazione del “diritto di iniziativa, di controllo e vigilanza, nonché, soprattutto, di indirizzo quale sono i compiti propri del Consiglio dell’Ente Parco”. E concludono chiedendo agli interlocutori: “Ritenete legittimo quanto accade? Se no occorre uno scatto di orgoglio. Se sì, che non si venga domani a predicare quell’azione di concerto unitario territoriale quando si assiste a questa pervicace azione intollerabile e intollerante, in spregio a un intero territorio e a un intero consesso”.

 

* I Geoparchi sono soggetti, ogni 4 anni, a un riesame del loro funzionamento e della loro qualità. Al termine di questo processo per la conferma di validazione il Geoparco riceverà : una carta verde se risponde ancora pienamente ai criteri (in tal caso conserva lo status), oppure una carta gialla se non risponde più ai requisiti (in tal caso gli viene dato tempo due anni per adeguarsi), oppure una carta rossa se nei due anni seguenti alla carta gialla non si è adeguato alle prescrizioni (in tal caso perde definitivamente lo status).

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