Il documento

Sindaci unanimi: modello Verbumcaudo esempio virtuoso, basta polemiche

L’assemblea dei sindaci del Consorzio per la legalità e lo sviluppo unanime richiama il Cda del Consorzio stesso a rimanere ancorato al compito di gestione

masseria verbumcaudo

Madonie. L’assemblea dei sindaci del Consorzio Madonita per la Legalità e lo Sviluppo nella seduta del 5 giugno 2024, riunitasi a porte chiuse alla presenza di 16 primi cittadini su 21, ha approvato un documento che fa chiarezza sui rapporti con la cooperativa Verbumcaudo già dal titolo: il “Modello Verbumcaudo” esempio virtuoso di gestione dei beni confiscati alla mafia. E che vuole chiudere le tensioni dell’ultimo periodo (leggi).

Il documento è stato approvato dopo un ampio e franco dibattito che ha riguardato la vita del Consorzio negli ultimi due anni e mezzo, cioè dall’ultimo rinnovo del Consiglio di amministrazione, avvenuto il 2 dicembre 2021, a oggi, assicura il presidente dell’assemblea Gandolfo Librizzi.

Il DOCUMENTO 

Preliminarmente va ribadito e riaffermato che il virtuoso “Modello Verbumcaudo” già nell’iniziale spinta che ha posto le basi alla costituzione del Consorzio medesimo, consiste nel ruolo che i sindaci, quale espressione diretta delle rispettive comunità territoriali, si sono voluti assumere decidendo di costituire il Consorzio. Questa responsabilità quale nuovo modello gestionale, che ha innovato il sistema di gestione dei beni confiscati, ha avviato un nuovo percorso di legalità e sviluppo in ordine alla gestione dei beni confiscati alla mafia che ha consentito, innanzitutto, il trasferimento a esso del feudo Verbumcaudo, quindi all’avvio del percorso, anch’esso innovativo che ha portato successivamente all’avvio della formazione e della nascita di un’apposita cooperativa, la Cooperativa sociale Verbumcaudo, cui, conseguentemente, è stata affidata la gestione del bene.

Tale policy è stata totalmente rievocata, riaffermata e condivisa da tutti i sindaci. Essa, è e rimane il modello imprescindibile di riferimento perché mette nelle mani delle comunità tutte, attraverso la rappresentanza istituzionale primaria dei sindaci un fondamentale controllo sui percorsi e sui processi di gestione dei beni via via conferiti al Consorzio medesimo. Percorsi e processi che, sulla scia della nascita della prima Cooperativa frutto di questo modello, cooperativa da tutti accreditata quale virtuoso esempio (e così è), deve potersi sviluppare ulteriormente, ampliarsi e consolidarsi magari con altri nuovi soggetti.

Questo atto di nascita e le finalità proprie del Consorzio così costituito non devono mai essere dimenticate. Anzi, devono essere sempre di maggior stimolo per concentrare le energie perché ciascun  che è chiamato all’interno del “Modello Verbumcaudo” a esercitare una responsabilità, sia essa all’interno dell’Istituzione consortile o all’interno della stessa cooperativa che ne è scaturita e che rimane autonoma e indipendente dal modello istituzionale, svolga sempre la sua funzione con la capacità di non compromettere mai questo assunto di base col necessario rapporto fiduciario che ne garantisce l’esistenza in vita.

In questo senso, l’Assemblea dei sindaci richiama il CdA tutto nella sua forma collegiale e ciascuno dei suoi componenti, a svolgere tutti e ciascuno il proprio ruolo con il rigore di una severa attenzione atta a favorire le migliori condizioni di comprensione dei processi amministrativi e partecipativi affinché tutti possano sentirsene parte, tanto lo stesso CdA che l’insieme dei sindaci, quanto i soggetti, attuali e futuri, cui è trasferita la gestione dei beni confiscati e ciò per salvaguardare il principio di corrispondenza tra un bene confiscato alla mafia e le politiche praticate tese a rafforzarne percorsi sociali virtuosi d’esempio per tutti.

Pur nel rispetto delle opinioni di tutti, non servono le polemiche e ciascuno è chiamato a favorire le più ottimali condizioni di dialogo finalizzato a rafforzare la messa in circolo della sottrazione dei beni alla mafia per generare occasioni positive di nuova occupazione legale.

I sindaci riunitisi in Assemblea, dunque, non nascondendosi le attuali difficoltà di dialogo o delle diverse prese di posizioni a tratti, a torto o a ragione, anche polemiche via via emerse fin dalla nascita dell’attuale CdA che hanno coinvolto, a volte in maniera inopportuna, altri soggetti istituzionali, o, addirittura, sfociate nella stampa per dare maggiore risonanza alle futili incomprensioni, richiamano il Cda tutto a rimanere ancorato al solo e precipuo compito di gestione dei beni assegnati e il suo Presidente a garantire, nell’esercizio della sua funzione rappresentante legale del Consorzio, quella capacità propria di portare a sintesi e condivisione le scelte di merito che si è chiamati ad assumere per il buon fine che il Consorzio si è prefissato fin dalla sua costituzione in un imprescindibile rapporto fiduciario con l’Assemblea dei sindaci.

Dentro questi poli, da una parte l’Assemblea dei Sindaci, organismo di base che, scegliendo il CdA e fornendo ad esso l’indirizzo politico, ne garantisce il corretto funzionamento dell’Istituzione, dall’altra il CdA chiamato a gestire i beni secondo i principi di legge finalizzando le proprie scelte a garantire la messa in pratica di percorsi virtuosi, considerata l’alta valenza simbolica che riveste da sempre il nome Verbumcaudo nell’immaginario collettivo, che, quindi, va tutelato e garantito, si richiamano tutti a un superiore senso di responsabilità e si invitano tutti ad adoperarsi, ciascuno per la sua parte, a rientrare nel solco di questo fondamentale esercizio del proprio ruolo istituzionale, limitando, ove si siano verificate, futilità, polemiche, incomprensioni e/o atteggiamenti e prese di posizioni, certamente in buona fede ove accadute, che nulla hanno a che fare però con il merito oggettivo della vita del Consorzio e con l’adozione di atti conducenti alla sua migliore gestione.

Al contrario, recuperata e praticata questa tensione unitaria, con sollecitudine, adoperarsi per ampliare e rafforzare il “Modello Verbumcaudo” attraendo al Consorzio gli altri beni che i Comuni consortili hanno avuto trasferiti, per immettere sul mercato una maggiore spinta di legalità e sviluppo derivante proprio dalle finalità costitutive del Consorzio.

In conclusione di dibattito, l’Assemblea dei sindaci, nel quadro della responsabilità collegialmente condivisa sopra richiamata, intende infine richiamare a se stessa e a tutti, i propri compiti di vigilanza e di controllo ad essa assegnati e che hanno fatto del Consorzio, appunto, un modello di riferimento anche per altre realtà istituzionali e, in quel rapporto fiduciario di base che preesiste tra Assemblea dei Sindaci e CdA, la maggiore attenzione, da parte del CdA delle prerogative di indirizzo politico-programmatiche di esclusiva competenza dell’Assemblea dei sindaci.

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