Cefalù. Alice Ilardo ha 16 anni. E manda a Cefablu un suo scritto mettendosi nei panni di…
Era una normale giornata in mare per me: dopo essermi rintanata per un po’ nel mio guscio, avevo nuotato un po’ nelle acque a largo di una grande isola, Sicilia, mi sembra.
Sarebbe stata una normale giornata, se non fosse per un piccolo dettaglio: avrei dovuto deporre le mie uova da lì a qualche giorno e non avevo scelto ancora il luogo perfetto.
Doveva essere una spiaggia vicina in acque limpide e cristalline, in cui i piccoli avrebbero potuto specchiarsi, ma la spiaggia doveva avere anche della sabbia setosa e dorata, comoda per la mia prole.
Mentre la mia mente era presa da mille pensieri, sentii il rumore di una barca, e vidi un signore anziano che guardava l’orizzonte in pace.
L’uomo mi vide e mi fece cenno di salire sulla barca e io, in preda al panico per il destino delle uova, decisi di accettare l’invito. Navigammo per un po’ e scoprii che il marinaio proveniva da Cefalù, una graziosa cittadina che tutti chiamavano “Perla del Tirreno”.
Allora decisi di deporre lì il mio prezioso carico, di affidare agli abitanti di Cefalù il mio seguito, sapendo che, se fossero stati tutti come il buon marinaio, i miei piccoli sarebbero stati in ottime mani.
Arrivai alla costa, salutai l’uomo con un cenno e iniziai a nuotare nelle fantastiche acque pulite e accoglienti di questa città: poi avvistai una spiaggia pulita e non troppo vasta, e decisi che quello sarebbe stato il luogo perfetto per la crescita dei miei piccoli.
Ad oggi, sono veramente soddisfatta della mia scelta della spiaggia in cui deporre le uova e sono sicura che quando queste schiuderanno i piccoli si troveranno completamente a loro agio, accolti dagli abitanti di Cefalù, dalle sue limpide acque e dalla sua sabbia dorata.
