La precisazione

Cinghiali: “L’Ente parco non esisteva quando si sparsero per le Madonie”

L'Ente Parco “non ha mai immesso tali specie nel territorio ed è fortemente impegnato in uno specifico piano di gestione di tali specie”

Gabbie parco madonie

In merito agli articoli pubblicati nei giorni scorsi e dedicati al problema dei cinghiali e dei daini (leggileggi) l’Ente parco delle Madonie interviene con alcune precisazioni.

In particolare, circa la frase di Angelo La Plena, secondo il quale “Da quando li hanno introdotti nel Parco delle Madonie, più di 20 anni fa. I cinghiali dapprima chiusi in un recinto nel Parco delle Madonie bisognava alimentarli e identificarli come un vero e proprio allevamento, con controlli sanitari. Tuttavia il Parco delle Madonie, non riuscendo ad adempiere una vera e reale attività zootecnica finisce con il metterli in libertà”.

Il Parco specifica: “Come noto, la presenza della fauna in oggetto risale alla prima metà degli anni 80, quando l’Ente Parco non era ancora nemmeno stato istituito. Come riportato nella documentazione citata infatti, un malaugurato incidente causò l’abbattimento di una porzione del recinto di Piano Zucchi realizzato da altro soggetto, con fuoriuscita di questi animali, dando il via all’ampliamento demografico incontrollato”.

Anche per rassicurare il consigliere comunale Giuseppe Spinosa, l’Ente parco ribadisce “che si tratta di affermazioni non rispondenti alla realtà.

L’Ente Parco, che ha invece il compito di tutelare la biodiversità, non ha mai immesso tali specie nel territorio ed è fortemente impegnato, come giustamente riportato in altre parti dell’articolo, in uno specifico piano di gestione di tali specie che culminerà a breve con l’inaugurazione del primo centro regionale di raccolta carni derivanti da tali piani di controllo. Questo al fine di consentire di implementare al massimo la rimozione dei capi, secondo quanto stabilito nei piani approvati, garantendo il rispetto delle normative in materia sanitaria”.

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