Tra minoranza e sindaco

Diretta streaming del Consiglio comunale, sì o no? È polemica a Isnello

È scontro accesso tra la minoranza e il sindaco a Isnello dopo la bocciatura della diretta streaming per sedute consiliari

diretta streaming

Isnello. È scontro accesso tra la minoranza e il sindaco a Isnello dopo la bocciatura della diretta streaming per sedute consiliari. Una proposta già avanzata, e negata, dal gruppo “Fare comunità” nel 2023. “Anche per questa volta – commentano dall’opposizione – la cittadinanza si vede negare un diritto che nella maggior parte dei comuni d’Italia è qualcosa di estraneo alla contesa politica”. “Questione di modi e di metodo”, risponde il primo cittadino Marcello Catanzaro.

La polemica sullo streaming

“Al Comune di Isnello, la prima volta che è arrivato in Consiglio il Regolamento per la diretta streaming era il 10 febbraio 2023 – spiega l’opposizione -. In quell’occasione, con dichiarazione della capogruppo di maggioranza (lista civica “Partecipazione e Impegno 2.0”), Maria Enza Capitummino, venne spiegato che ‘il coinvolgimento si realizza soltanto programmando e sacrificando del tempo per assistere concretamente ad un appuntamento importante come lo è il Consiglio Comunale’, che ‘la partecipazione deve essere attiva e fisica’, che ‘tutto diventerebbe televisione, tutto diventerebbe film’, che viviamo ‘in un momento storico in cui il pensiero e le opinioni personali si riducono troppo spesso alla apposizione di un semplice like o di commenti polemici, vuoti di contenuti, poveri di conoscenza e pieni, troppo pieni di pregiudizi e luoghi comuni’. In pratica il diritto dei cittadini ad essere meglio informati e la conoscenza dei fatti ad Isnello diventerebbero l’origine dei ‘pregiudizi’ e dei ‘luoghi comuni’. Tutto legittimo, per carità – proseguono dalla minoranza – ma poi succede che il 25 gennaio 2024 il Consiglio dell’Unione dei Comuni Madonie a Petralia Soprana approva all’unanimità il regolamento per la diretta streaming, quindi con il voto favorevole anche dei due consiglieri di maggioranza di Isnello. Lo stesso regolamento, per non creare imbarazzi alla maggioranza viene inviato al Comune (prot. 3434 del 27 maggio 2024) un mese e mezzo prima del Consiglio che lo boccerà nuovamente”.

Con altra motivazione: “Stavolta la dichiarazione del capogruppo di maggioranza ribalta quella di un anno e mezzo prima sostenendo che ‘il gruppo di maggioranza consiliare non riscontra motivi ostativi nel riconoscere nel merito la opportunità di provvedere alla diretta streaming delle sedute del Consiglio Comunale’”.

La replica del sindaco

Alle rimostranze dell’opposizione risponde il sindaco Catanzaro: “Sostenere, come si è sostenuto, che soltanto grazie allo streaming voluto dalla minoranza, finalmente, la gente potrà ‘sapere delle cose che altrimenti sarebbero loro nascoste’ significa raccontare una falsa verità. Come se questa Amministrazione, o le amministrazioni precedenti, fossero state inclini a comportamenti poco trasparenti o avessero nascosto non so che cosa ai cittadini. In questo modo – commenta il primo cittadino – si altera chiaramente la verità dei fatti per attribuirsi false patenti di moralità, nella speranza, probabilmente, di raccattare consensi. Personalmente, ritengo che nella scorsa seduta, il gruppo di maggioranza, tramite la dichiarazione di voto, abbia offerto ai due consiglieri di minoranza una opportunità che andrebbe colta: smetterla di alimentare il sospetto, basta imporre regolamenti e considerazioni pregiudizievoli. Si cambi approccio e ci si confronti nel merito delle questioni. Che non significa essere d’accordo sui temi che si ripropongono, aggiungo io, ma significa semplicemente lasciare spazio alle idee, intraprendendo un percorso virtuoso. In questi termini, credo bene, che si possa riscontrare anche l’unanimità sul punto”.

La dichiarazione di voto

Premesso che il gruppo di maggioranza consiliare non riscontra motivi ostativi nel riconoscere nel merito la opportunità di provvedere alla diretta streaming della sedute del Consiglio Comunale, tuttavia si deve riscontrare, ancora una volta, che il metodo e il presupposto che sta alla base di questa proposta di delibera non possono essere condivisibili. Ed invero, un regolamento che disciplina le modalità di ampliamento della partecipazione pubblica alle assemblee consiliari, deve essere necessariamente un regolamento largamente condiviso. E perché sia largamente condiviso occorre ricercare una sana e proficua concertazione, e prima ancora, occorre anche ricercare una favorevole discussione ed un sano confronto. Confronto e condivisione che non possono assolutamente immaginarsi se la proposta, qualunque essa sia, viene imposta da un quinto dei consiglieri, pretendendo che gli altri siano semplicemente d’accordo. La ricerca del confronto e della discussione sono alla base di qualunque riflessione politica. Ma apprendiamo che, evidentemente, non tutti la pensano così.

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