Il punto di martedì

Barca affondata: sub nello scafo, si indaga su come sia successo mentre spuntano strane coincidenze video

L’albero non si è rotto, prende forma la possibilità di portelli aperti, come lo skipper Miccichè aveva ipotizzato a Cefablu. Intanto la vicenda si tinge di giallo

Barca affondata bayesian

Non si fermano le operazioni di ricerca delle sei persone che erano a bordo del veliero Bayesian affondato lunedì all’alba nel mare di Porticello. Anche martedì e sono proseguite incessantemente con l’impiego di cinque motovedette della Capitaneria di Palermo, Termini Imerese e Porticello, un elicottero della Base Aeromobili Guardia Costiera di Catania, i sommozzatori dei Nuclei Subacquei Guardia Costiera di Napoli e Messina – che hanno operato con l’ausilio di un veicolo subacqueo a controllo remoto (Rov – Remotely Operated Vehicle) – oltre a personale, unità navali e speleo sub dei Vigili del Fuoco, di un elicottero dell’Aeronautica Militare e dei Carabinieri, tutti sotto il coordinamento del 12° Centro Secondario di Soccorso Marittimo della Guardia Costiera di Palermo.

 

 I sub entrano nel veliero

 

I sommozzatori dei vigili del fuoco sono riusciti a entrare nello scafo del Bayesian da una vetrata. Per scardinare il vetro di 3 centimetri sono stati necessari alcuni martinetti, realizzati da un fabbro di Porticello.

“Il Bayesian è una piccola Concordia, laggiù a 50 metri di profondità è veramente difficile avanzare”, raccontano.

Operazioni non semplici anche perché i sub hanno in totale 12 minuti a disposizione per potere raggiungere il veliero, entrare all’interno e ispezionare la barca. Martedì sono entrati all’interno e hanno iniziato ad ispezionare i saloni, ma al momento non è stato individuato alcun corpo.

Non sono ancora entrati nelle cabine. Potrebbe servire del tempo anche perché alcuni ingressi potrebbero essere ostruiti.

Le immersioni proseguono nonostante il veliero sia appoggiato sulla fiancata di dritta, una posizione che rende difficili le operazioni.

 

 I superstiti

 

I 15 superstiti, intanto, si trovano nel resort Domina Zagarella a Santa Flavia, proprio di fronte al tratto di mare dove è avvenuto il naufragio. La struttura è diventata il quartier generale di investigatori e soccorritori, una cinquantina di persone, tra cui personale della Prefettura. Tra loro anche Charlotte Golunsky, il marito James Emslie e la piccola Sofia di 1 anno, che erano stati ricoverati all’ospedale dei Bambini a Palermo.

Ad accoglierli alcune autorità britanniche, tra cui quattro ispettori del ministero dei trasporti arrivati dall’Inghilterra.

“Una tragedia, sono venuto dall’ambasciata con i miei colleghi per sostenere e cercare di aiutare i cittadini britannici. Ho incontrato il prefetto, la Guardia Costiera e i Vigili del Fuoco per offrire il mio supporto nello svolgimento delle indagini e per ringraziarli per quanto stanno facendo – dice l’ambasciatore del Regno Unito in Italia, Edward Llewellyn che ha incontrato i sopravvissuti ancora sotto choc – Le indagini sono condotte dalle autorità italiane, noi abbiamo mandato i nostri ufficiali da parte del Regno Unito. La situazione è particolarmente toccante”.

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I dispersi

 

I sei dispersi sono; Jonathan Bloomer, il presidente della Morgan Stanley International, sua moglie Anne Elizabeth Judith Bloomer, l’imprenditore britannico Mike Lynch e la figlia Hanna, il legale di Lynch, Chris Morvillo e la moglie Nada.

 

 L’albero non si è rotto

L’albero non si è spezzato e lo scafo non ha falle, almeno non nella parte che si vede, i boccaporti sono chiusi, le vetrate intere. Quindi “la barca ha retto”, rivendica la The Italian Sea Group,  proprietaria della Perini Group di Viareggio che costruì il veliero nel 2008.

Sì, ma allora che cosa l’ha fatta inabissare?

Una delle ipotesi allo studio della Procura di Termini Imerese — che indaga per naufragio colposo — è che la velocità e l’imponenza dell’acqua sia stata così forte da non dare il tempo al sistema di emergenza di bordo di “sigillare” l’imbarcazione quando l’acqua ha iniziato a entrare. E quindi, come già lunedì aveva ipotizzato a Cefablu lo skipper cefaludese Attilio Miccichè, che le spiaggette fossero rimaste aperte (leggi).

Altra ipotesi: il veliero è stato sollevato da poppa da un gigantesco muro d’acqua e si è inabissato velocemente con la prua puntata verso il fondale.

L’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ex capo di Stato maggiore della Marina militare, commenta: “L’ipotesi che si può fare è che quell’albero altissimo, 75 metri, con un vento così potente, da 150 chilometri orari, abbia esercitato una leva talmente forte da fare inclinare la nave fino a mettere in acqua il bordo. E se effettivamente non ci sono lesioni sullo scafo l’acqua deve essere entrata attraverso dei portelli aperti. La nave a quel punto è andata rapidamente a fondo perché tonnellate di acqua sono entrate all’interno. Il mare si sarà molto agitato in quel momento”.

Strane coincidenze

Intanto allungano ombre di giallo nel Regno Unito sulla fine del 59enne tycoon britannico Mike Lynch, il patron del veliero affondato che risulta ancora ufficialmente disperso anche se sono quasi nulle le speranze di trovarlo in vita.

Fra le acque si sono inabissati alcuni dei protagonisti della lunga battaglia legale internazionale da cui il potente magnate, con importanti agganci a livello governativo e nei servizi segreti di sua maestà, è uscito indenne solo due mesi fa davanti a una corte degli Stati Uniti contro ogni pronostico: quella riguardante le accuse di aver gonfiato artificialmente i conti di Autonomy, start-up fondata da Lynch e diventata una multinazionale, al fine di spingere il colosso americano Hewlett-Packard (Hp) ad acquisirla nel 2011 per 11,1 miliardi di dollari.

Mentre lunedì nel palermitano la super barca a vela è affondata, in Inghilterra vicino a Cambridge sabato mattina è stato investito da un’auto Stephen Chamberlain, uomo di fiducia di Lynch che in quanto ex vicepresidente finanziario di Autonomy era finito col suo boss alla sbarra negli Usa e come lui assolto dall’accusa di frode, evitando una dura condanna al carcere.

Stava facendo jogging vicino a casa, nel villaggio di Stretham, quando una Corsa blu guidata da una donna inglese 49enne l’ha travolto per poi fermarsi immediatamente. Chamberlain, gravemente ferito, è stato trasportato in ospedale dove è morto.

Nulla di sospetto, secondo la polizia locale, ma una coincidenza che ha aperto una serie di interrogativi sulle figure al centro di una vicenda a dir poco singolare.

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