Cinema e dintorni

Basta nostalgia

Il cinema che cambia. E che ci cambia

La consolidazione delle donne alla regia ha scosso un’industria standardizzata composta perlopiù da uomini e ha portato sullo schermo una ricchezza inedita

C’è ancora domani film

Ultimamente rifletto molto su come sia cambiato, e come stia cambiando, il cinema. Mi sorprendo a ripensare a film che mi hanno segnata come adolescente e universitaria e che conservo con affetto nei miei ricordi, chiedendomi se oggi li rivivrei nello stesso modo.

Chi è un nostalgico del cinema lo sa bene, ed è vero, che non esiste più il cinema di una volta.

Ma, mi chiedo, è di per sé una cosa negativa?

Come ben sappiamo, ogni espressione artistica è lo specchio di una società e della sua epoca, ogni opera ci parla di chi siamo e di chi siamo stati.

Ma se il cinema fosse una persona, diremmo che si trova ancora in piena adolescenza e, come tutti i piccoli adulti, cresce, cambia e scopre cose nuove di se stesso continuamente e a una velocità strepitosa. Il cinema è un’arte giovane e le regole che sono state scritte in passato, non necessariamente vanno applicate oggi.

D’altronde, è difficile apporre dei limiti all’arte, definire cosa è bene e cosa è male, proprio perché non c’è alcuno strumento di misura se non i sorrisi, le lacrime e gli applausi di chi guarda l’opera finita.

In qualche modo, ci sono semplicemente “film che funzionano e film che non funzionano”. Ma questo non dipende forse anche dal nostro modo di guardare? Se siamo abituati a vedere un certo tipo di film o narrazione, una visione diversa può sembrarci strana, noiosa, o direttamente non piacerci?

Non solo, ma certi film, visti a distanza di tempo e di contesto, possono cambiare significato e addirittura perdere qualità? Sí. E va bene così.

Il tormentone di alcuni nostalgici è che oggi è in atto una crisi della creatività, che i film sono tutti uguali, che al cinema c’è un remake dopo l’altro e che non si fa altro che scopiazzare e riproporre robe già viste.

Ma se da un lato c’è un’appiattimento della creatività, dall’altro si sono aperti numerosi e nuovi orizzonti, nuove prospettive e visioni del mondo che fino a 20 anni fa non si proponevano nemmeno. La consolidazione delle donne alla regia ha finalmente scosso un’industria standardizzata composta perlopiù da uomini e ha portato sullo schermo una ricchezza inedita.

E no, non si tratta dei soliti film. Oggi si parla di tematiche come la maternità, l’abuso, l’identità di genere e l’amore (in tutte le sue forme) in una maniera libera da stereotipi e finalmente più accurata. In altre parole, più personale.

 

Priscilla film

 

La prospettiva ha dato un giro di 180º e siamo finalmente pronti a vedere l’altra faccia della medaglia di tante storie già proposte. Basti pensare alla Priscilla di Sofia Coppola, non più “la moglie di Elvis”, ma la protagonista di una storia dove una ragazzina, di appena 13 anni, viene plasmata a sua immagine e somiglianza dal compagno molto più grande di lei.

E altri film recentissimi, come C’è ancora domani, How to have sex, 20.000 specie di api e She said, sono solo un esempio del nuovo patrimonio cinematografico in formazione proprio in questi anni, film che marcheranno le adolescenti ed universitarie del futuro.

Una cosa è certa, oggi il mondo sta capendo quanto sia importante la rappresentazione, sullo schermo e nelle arti in generale. Perché il cinema oggi non è che lo specchio di una società sempre più variegata e in grande cambiamento. Sí, una società complessa, a volte spaventosa, ma anche ricca di nuove risorse e libera da tante catene del passato.

Oggi un bel film non è solo una bella storia, ma conta tanto cosa si ha da dire con essa. Il cinema vuole essere parte di quel cambiamento positivo di cui tanto abbiamo bisogno, ciò che possiamo fare è accoglierlo a braccia aperte e lasciare che cambi, e che ci cambi.

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