Overtourism

A che serve attirare altri turisti a Cefalù nel pieno dell’estate?

Cefalù va salvaguardata se non la si vuole guardare da fermi dentro un’auto, imbottigliati nel traffico

Turisti Cefalù

Di fronte all’evidenza dei danni causati dagli allevamenti intensivi, dall’uso dei pesticidi, dal disboscamento, da più parti si chiede un’inversione di rotta e la necessità di aprire una riflessione sul modello di produzione industriale che non è più sostenibile per l’ambiente e per la salute.

E l’overtourism di cui ultimamente si parla?

È anch’esso un problema che ha a che fare con la salute, con l’inquinamento, con il consumo del suolo? Si può dire che il suo impatto è insostenibile già per alcune città italiane e lo sarà per tanti altri centri se non si correrà ai ripari?

Io credo di sì e credo anche che nelle zone dove il turismo si sta incrementando a dismisura sarebbe altrettanto necessaria una riflessione da parte di tutte le forze del settore che coinvolga i cittadini spesso solo succubi del fenomeno.

È innegabile che Cefalù, la Sicilia, L’Italia siano ricchissime di un patrimonio artistico – culturale e aggiungerei anche umano che muove l’interesse di tanti, e pertanto è innegabile l’aspetto economico del turismo, ma c’è da chiedersi con il magistrato Nicola Gratteri se l’aumento del turismo in Italia sia l’unica cosa positiva e se abbiamo intenzione di diventare gli albergatori e i camerieri del mondo dato che le macchine, la tecnologia, la moda e parte dell’agroalimentare non sono più italiane, ma straniere: tedesche, francesi, svizzere. E la tendenza è verso la svendita del patrimonio italiano

Credo che la prima cosa da fare sia quella di sfatare il falso mito che Cefalù, la Sicilia, l’Italia potrebbero, possano vivere di solo turismo. Esso rappresenta oggi, secondo dati Istat, solo il 6% del Pil (il 13% con l’indotto) e, secondo l’Inps, il turismo crea lavoro precario e a bassa retribuzione, il 64% dei lavoratori nei settori dell’alloggio e della ristorazione, infatti, è povero. Per non parlare delle guide, anche con tanto di laurea, che guadagnano non più di 8 euro l’ora.

Inoltre la recente pandemia ha dimostrato tutta la fragilità del settore quando tutti quelli che in esso avevano investito si sono ritrovati senza guadagni e con gli impegni da ottemperare e quando tanti dipendenti si sono ritrovati senza lavoro.

In poche settimane il turismo è collassato in tutta Italia e soprattutto nei piccoli centri la pandemia ha dimostrato quanto sarebbe più opportuno diversificare per affrontare possibili crisi future.

Cefalù è una piccola località baciata dalla fortuna. La sua posizione, i suoi colori al tramonto, i suoi vicoli, il suo mare, la sua rocca, i suoi beni architettonici e culturali la eleggono a sito d’eccezione, eppure, anche se alcuni lo sostengono, neanche lei, a mio avviso, può vivere di solo turismo.

In questi ultimi anni il numero dei turisti è molto aumentato tanto da far parlare di overtourism con i problemi che ne derivano. In realtà le sempre più numerose presenze a Cefalù sono determinate sia da quelle registrate attraverso la tassa di soggiorno negli alberghi o nelle strutture extralberghiere, sia soprattutto da bagnanti giornalieri e da spettatori dei numerosi spettacoli che da qualche anno l’amministrazione comunale propone per l’estate cefaludese.

Ma Cefalù che è già ambita meta turistica ha bisogno di richiamare tanti proprio nel momento di massima affluenza?

Quali benefici per Cefalù e i suoi abitanti può avere questo turismo da Disneyland? L’assessore al turismo ha sostenuto, ed è condivisibile, che non si può evitare che la gente prediliga il mare di Cefalù, ma è sicuramente una scelta quella di offrire spettacoli serali con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.

Cefalù va salvaguardata se non si vuole snaturare la bellezza del suo centro storico ancora abitato da residenti, se non si vuole trasformarla in un parco giochi per grandi e piccini e soprattutto se non la si vuole guardare da fermi dentro un’auto, imbottigliati nel traffico.

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