Il braccio di ferro

Ambientalisti al Monte Mufara: “Non contrari al telescopio FlyEye, ma va ridotto l’impatto”

Presidio alle pendici del monte dopo lo stop del Tar all’avvio dei lavori

Osservatorio telescopio flyeye

Petralia Sottana. I gruppi ambientalisti che da tempo contestano il telescopio Flyeye dell’Esa (Ente spaziale americano) sul monte Mufara e che hanno ottenuto a suon di ricorsi la sospensione dell’avvio dei lavori, avvio che ufficialmente avrebbe dovuto essere celebrato venerdì 6 settembre, proprio venerdì hanno manifestato alle pendici del monte.

“Neanche noi siamo contrari al telescopio e alle sue finalità scientifiche – ha detto Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia, che insieme al Cai, alla Lipu e al Wwf ha presentato ricorsi ed esposti -, chiediamo che le opere previste non abbiano un impatto importante. Cerchiamo insieme soluzioni alternative”.

Il suo messaggio è una replica al ministro Adolfo Urso, che a Palermo aveva sottolineato l’importanza dell’opera, alla quale “non si può rinunciare”, e aveva assicurato che il procedimento e le autorizzazioni sarebbero in linea con le norme di tutela ambientale (leggi).

Il progetto dell’Esa (12 milioni la spesa) suscita da tempo discussioni e polemiche. Il sito di monte Mufara è a quota 1.865 metri. Le agenzie astronomiche lo considerano il più indicato per l’assenza di inquinamento luminoso e per la vicinanza con il polo astronomico Gal Hassin di Isnello. Siamo nel cuore della Sicilia e in un’area del Parco delle Madonie soggetta a tutela integrale oltre a vari vincoli paesaggistici e ambientali.

Proprio questi vincoli sono la causa dell’opposizione degli ambientalisti che da tempo sono schierati contro il progetto originario. Più volte sono intervenuti la Regione, il Tar e la stessa sovrintendenza con decisioni che hanno rallentato il procedimento autorizzativo. L’Esa ha mantenuto la sua scelta, anche rispetto alla possibilità di trasferire alle Azzorre l’osservatorio e il telescopio.

Ma per gli ambientalisti mancano alcune autorizzazioni. La norma in deroga non sarebbe inoltre retroattiva e presenterebbe profili di incostituzionalità. È la tesi di fondo del loro ricorso a cui il Tar risponderà il 24 settembre.

Intanto la vicenda sta suscitando scontri all’interno delle amministrazioni locali e dei partiti, con il Pd diviso che si confronta a suon di comunicati (leggi).

 

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