Pillole dal Gal Hassin

Pillole dal gal hassin

Consapevoli della Luna. Da quando?

Excursus sulla conoscenza della Luna per avvicinare all’evento del 14 e 15 settembre al GAL Hassin di Isnello

Luna (dall’Astronomy picture of the day)
La Luna (dall’Astronomy picture of the day)

Consapevoli della Luna. Da quando? Una domanda a cui si è cercato di dare una risposta e che, ancora oggi, lascia sorpresi. Dai reperti fossili e dalle pitture rupestri finora ritrovate in numerosi siti in tutto il mondo, scopriamo quando l’umanità iniziò ad avere la consapevolezza del nostro satellite.

La compagna della Terra. Così, in molti oggi amano definire la Luna. Tuttavia, per arrivare al concetto di “compagna” (anche se improprio e non esaustivo) si deve prima di tutto arrivare a immaginare la Luna come un corpo che gira intorno alla Terra. E solo nel 1543 si arrivò a farlo.

 

Copernico e Galileo

 

 

Doveva sentirsi impaurito e solo quel Nicolaus Copernicus che per primo ebbe il coraggio di spostare la Terra dal centro del mondo e posizionarvi il Sole, trasformando la Terra un pianeta tra i pianeti con la Luna come satellite. Tutto fu raccontato, in una forma matematica-geometrica, nel libro intitolato De Revolutionibus Orbium Coelestium, pubblicato proprio nel giorno in cui Copernicus esalò l’ultimo respiro.

Bisognerà attendere altri 66 anni perché Galileo la osservi con occhi diversi, con un cannocchiale da lui costruito: ricca di crateri, montagne, con una superficie rugosa. Un corpo simile alla Terra.

Per accettare questa idea ci vorranno un paio di secoli e una grande rivoluzione scientifica.

L’allunaggio di Neil Armstrong

 

Per lasciare la prima impronta sulla Luna si dovrà attendere il 1969. Il 20 luglio di quell’anno Neil Armstrong toccava il suolo lunare con il suo piede sinistro. Negli Stati Uniti era notte. In Italia l’orologio segnava le 4.56 e 15 secondi di lunedì 21 luglio, ma pochi dormivano. Nel mondo 580 milioni di persone stavano guardando la diretta. All’epoca, la popolazione mondiale era pari a 3,6 miliardi, oggi siamo più che raddoppiati.

Luna (dall’Astronomy picture of the day)

 

Oggi come allora, noi abbiamo la consapevolezza della Luna come oggetto che orbita intorno alla Terra, come il più luminoso del nostro cielo notturno, con delle fasi lunari ben conosciute.

 

Le origini della consapevolezza

 

 

Ma quando ebbe inizio questa consapevolezza?

Fu probabilmente Homo Erectus la prima creatura a “camminare in posizione eretta” e a volgere lo sguardo verso il cielo stellato, al di sopra dell’orizzonte, e a notare la Luna. Ma la consapevolezza venne più tardi.

Sulla base degli attuali ritrovamenti fossili, delle pitture rupestri nelle numerose grotte dove i nostri antenati hanno lasciato traccia della loro presenza e della loro capacità artistica, dallo studio del genoma delle popolazioni a livello mondiale, sulla distribuzione dei focolari scoperti in Europa e Asia, oggi è possibile ipotizzare che la “consapevolezza” deve essere avvenuta 500.000 anni fa in Europa e Asia.

All’epoca, noi Sapiens non c’eravamo ancora. Come specie umana probabilmente Homo Sapiens è uscito dall’Africa circa 200.000 anni fa diffondendosi a più ondate fino all’ultima Out of Africa (definita Final Wave) circa 75.000 anni fa, che portò gli attuali Sapiens in tutto il mondo.

In Europa vi era già il Neanderthal, arrivato con la seconda grande uscita (circa 800.000 anni fa), in Asia i discendenti degli Erectus, arrivati con la prima grande Out of Africa (2 milioni di anni di fa).

Nel 2016 una nuova datazione della pitture rupestri della Grotta La Pasiega in Spagna compiuta con la tecnica di datazione Uranio-Torio (che consente una maggiore precisione della tecnica di datazione al radio-carbonio) spostò indietro nel tempo la nascita dell’arte rupestre, a circa 65.000 anni fa quando in Europa vi erano i Neanderthal.

In quella zona Homo Sapiens vi arrivò solo 20.000 anni dopo lasciando traccia del suo passaggio proprio in questa grotta.

Oggi sappiamo che vi sono state ibridazioni tra Sapiens e Neanderthal in Estremo Oriente e, successivamente, in Europa e Asia: ce lo confermano gli studi genetici. Sono queste probabilmente le due specie Homo che per prime hanno dato prova di una marcata spiritualità interiore e per le quali la visione del cielo stellato e insieme il riconoscimento della morte devono aver contribuito a far maturare una coscienza religiosa intrisa di magia.

Entrambi seppellivano i loro morti e decoravano le tombe con dei fiori, avevano cura dei loro familiari, si dipingevano il corpo, si scambiavano utensili (o se li rubavano), costruivano strumenti musicali come il flauto.

Nella Cava di La Pasiega e in tutte le altre grotte o cave scoperte, si osservano realistiche rappresentazioni di mandrie di bisonti in corsa, di tori, di cavalli e cervi mentre attraversano fiumi, si spostano, si attaccano.

Manca la rappresentazione del genere umano. Manca la rappresentazione della Luna, l’oggetto più luminoso del nostro cielo notturno.

Le figure umane sono rarissime e, quando presenti come nella Grotta di Lascaux in Francia, sono figure stilizzate senza quello straordinario realismo con cui sono rappresentati le figure animali.

E la Luna?

La Luna, e così anche il Sole, mancano completamente nelle pitture rupestri anche se abbiamo l’assoluta certezza dell’importanza che questi due astri rappresentavano per le culture di centinaia di migliaia di anni fa. Forse una grotta ancora non scoperta potrà fare nuova luce su noi stessi e sulle nostre origini, sui legami con le altre specie umane con cui abbiamo convissuto.

 

L’evento al GAL Hassin

 

La Luna sarà il tema che verrà affrontato al GAL Hassin nelle giornate del 14 e 15 settembre in occasione dell’International Observe the Moon Night in collaborazione con la NASA.

 

Immagine: Luna, Astronomy Picture of the Day – Credit & Copyright: Darya Kawa Mirza, https://apod.nasa.gov/apod/ap230116.html

 

 

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