L’incontro

Sigfrido Ranucci a Cefalù: “188 querele, ma scelgo di proseguire nel mestiere di giornalista”

Al teatro Cicero, il conduttore di Report ha parlato di sé e delle sue inchieste presentando il libro “La scelta”

Soffrirò Ranucci

Cefalù. La sua scelta è chiaramente quella di non farsi fermare da politici, querele, colleghi invidiosi… E, in un Paese come l’Italia dove l’informazione è sempre più sotto scacco, la scelta di Sigfrido Ranucci appare coraggiosa e rischiosa. Anche se lui dà l’impressione di saper convivere con dignità con la scorta, le minacce, le udienze…

Ne ha parlato sabato sera al teatro Cicero di Cefalù, presentando il suo libro “La scelta” che, uscito a febbraio di quest’anno, è già alla nona edizione. Ha parlato, introdotto dal sindaco Daniele Tumminello, a un pubblico numeroso e attento, delle 188 querele ricevuto per una richiesta di risarcimento di 125 milioni di euro in totale, da parte dei ministri Urso, e Giorgetti, da Berlusconi, Fontana, Sgarbi, Gasparri…: “All’estero non riescono a concepire che i politici querelino i giornalisti, ma da noi c’è un prezzo da pagare se vuoi fare informazione vera, inchieste approfondite e documentate. Un prezzo alto, basta pensare che ci sono oggi ben 22 giornalisti sotto scorta”.

Sono tanti i politici, ma non solo, di cui si è occupato Ranucci, 63 anni, in Rai dal 1990, dal 2017 a Report come conduttore e autore prendendo il testimone da Milena Gabanelli.

 

Soffrirò Ranucci

 

Basti pensare al crack Parmalat e all’inchiesta che ha fermato la vendita dei quadri di grandi artisti, da Monet a Picasso, che il patron Tanzi aveva portato all’estero, quadri dal valore di cento milioni, soldi ridati poi ai risparmiatori truffati. “Mi sono trovato di fronte a una scelta – spiega -: fare uno scoop clamoroso o andare a denunciare ai carabinieri la vendita imminente scoperta per una serie di coincidenze. Ho scelto di denunciare il fatto alle forze dell’ordine che hanno fermato l’operazione e ritrovato 52 capolavori. Il procuratore, subito e pubblicamente, ha ringraziato Report”.

A proposito di scoop, grande clamore (e grandi ritorsioni) ha suscitato quello sull’incontro all’autogrill tra Matteo Renzi e l’uomo dei servizi Marco Mancini, incontro ripreso da un’insegnante che si trovava lì e, incuriosita, li ha videoregistrati. “Ora l’insegnante è indagata (anche se è stato chiesto il proscioglimento, ma sono passati già 4 anni) e io sono stato oggetto di accuse con finti dossier costruiti per vendetta”.

In Sicilia Sigfrido Ranucci non può non ricordare un altro importante frutto del suo lavoro: il ritrovamento dell’intervista a Paolo Borsellino fatta da due giornalisti francesi 48 ore prima della strage di Capaci e mai andata in onda. Un’intervista in cui il giudice raccontava dei due fratelli Dell’Utri, dello stalliere di Berlusconi, Mangano. “Mi metto sulle tracce dell’intervista – racconta – Scopro che i due francesi ne avevano lasciato una copia ad Agnese Borsellino, la moglie di Paolo. Io riesco ad averla grazie alla figlia Fiammetta. Ma lo speciale che realizziamo viene censurato dai vertici Rai, di centrosinistra. Non solo, noi veniamo accusati di aver manipolato l’intervista. Per fortuna per non privare la famiglia di quel ricordo avevo restituito la copia a Fiammetta e lei ha testimoniato portando l’originale e dimostrando che non c’era stata alcuna manipolazione”.

 

Soffrirò Ranucci

 

Passano in un lampo due ore di aneddoti e racconti, che la dicono lunga sulla gestione del potere, l’ipocrisia e la mancanza di etica di una bella fetta di politici del Belpaese. Il pubblico applaude più volte a scena aperta il protagonista della serata, forse però si aspettava anche un accenno all’inchiesta che Report ha realizzato nel novembre scorso sull’ospedale di Cefalù.

 

 

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